Le Cascate di Pont si trovano nell'omonima località dell'alta Valle di San Lucano a sono formate dalle acque del Torrente Bordina e del Torrente Gardes. Percorriamo in auto la valle di San Lucano (il santo che evangelizzò le Dolomiti secondo la leggenda). Dal posteggio di Col di Prà proseguiamo a piedi tra le case. Verso le ultime costruzioni troviamo l’indicazione del sentiero che fa da scorciatoia. Poco sopra c’è un bivio: a sinistra si sale per ricollegarsi alla strada che segue la vecchia mulattiera militare di fine '800. Noi andiamo a destra lungo un sentiero che costeggia il rio Bordina per arrivare alle cascate dell’Inferno. Si tratta di un sentiero in alcuni punti esposto e dal fondo sempre umido vista la copertura di alberi e la vicinanza del torrente. Chi non ha dimestichezza con il vuoto e passo fermo è opportuno che prosegua direttamente (a sinistra) verso le cascate di Pont. La cascata dell’Inferno (mille metri di quota) si raggiunge in circa trenta minuti di cammino. La cascata mette a nudo il basamento di arenarie caratterizzato da sottili straterelli multicolori. Si torna indietro al bivio precedente per salire lungo il sentiero che con alcuni tornanti si riaggancia alla strada. Nel punto di intersezione vista sulla Valle di San Lucano dal tipico profilo a U (valle glaciale). Continuiamo sulla mulattiera militare, la seguiamo fino alla località Pont a quota 1149 m.s.l.m. A destra è visibile una prima cascata ma è opportuno arrivare al ponte dove poter ammirare anche dall'alto i giochi d'acqua delle cascate. Qui troviamo i resti di una cava che estraeva calcare bituminoso (formazione di Moena) detto anche marmo nero di Taibon. Si tratta di un calcare particolarmente duro ma successivamente si scoprì che diventava fragile a basse temperature. Nella slunga storia geologica delle Dolomiti assistiamo al lento sprofondamento (subsidenza) del territorio. In alcune l’abbassamento fu meno accentuato e rimasero aree di mare basso (piattaforme) mentre in altre fu enfatizzato e divennero aree di mare profondo (bacini). Il destino geologico di queste aree fu ovviamente diverso in quanto nei tratti di bacino poco profondi, dove le acque erano limpide, calde, ben ossigenate e ricche di alghe, sedimentarono marne, arenarie, calcari e dolomie di colore chiaro (Formazione di Contrin). Sul fondo dei bacini più profondi nei quali le acque erano più fredde e asfittiche, sedimentarono dei calcari scuri bituminosi (Formazione di Moena). Rompendo con un martello queste rocce si può avvertire l’odore di idrocarburi. Dopo aver esplorato la zona siamo scesi a valle percorrendo l’ampia e comoda strada che segue fedelmente la vecchia mulattiera militare di fine '800 utilizzata successivamente dalle cave di pietra che chiusero definitivamente negli anni Cinquanta del secolo scorso. La strada militare fu costruita prima della Grande Guerra per accedere all’Altopiano delle Pale di San Martino: partiva da Col di Prà, saliva a Pont e a Campo Boaro attraverso la Forcella Cesurette. Questa via di comunicazione non fu mai utilizzata per scopi militari, ma solo per attività di contrabbando con il Trentino. Rientriamo al Col di Prà dove ci sono poche costruzioni ma molto curate. Purtroppo è una zona esposta a frane. Ricordiamo la la frana di Lagunàz e Prà avvenuta il 2 dicembre 1908 e che provocò 28 morti.
In località Mezzavalle (a sinistra poco prima di arrivare a Taibon) è possibile fare visita a un piccolo laghetto (Lago delle Peschiere) di origine glaciale. In un avvallamento formatosi tra accumuli morenici e reso impermeabile dal limo glaciale, andò a formarsi il Laghetto delle Peschiere che vanta un'età di circa 10mila anni fa.
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